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servigio di Dio onnipotente, acciò che si riempiano le sediora vòte di paradiso e disfacciasi tosto questo mon- do puzzolente . E inanimârsi sí le Virtù e le lor genti a combattere co li Vizî, che neuna ne desiderava altro che battaglia; ed era ciascuna ferma di questo, o di vincere o di morire al postutto. CAPITOLO XL De la battaglia tra la Fede Cristiana e quella dell idoli. Dacché fu rimaso il romore, una delle dette Virtudi si sceverò co le sue genti, ed essendo disarmate e mal vesti- te, confidandosi solamente ne la forza delle loro braccia, sí n andaro a lo steccato, il qual era in mezzo dell oste, e fecerlo ruvinare e cadere, e le fosse riappianare ch erano fatte per guardia dell oste di ciascuna delle parti; e fuoro nel campo là ove le battaglie si facíano, e richiesero di battaglia i nimici. E poco stante venne contra lei un grandissimo cavalie- re molto sformato e terribile a vedere, tutto armato d ar- me nere, in su n un grandissimo destriere; e avea seco tanta gente, che tutto l campo copriano. E quando vidi questo dissi: Fontana di sapienzia, chi è quella Virtù che essendo disarmata e in abito tanto vile ha fatto ruvi- nare lo steccato e le fosse rappianare cosí francamente, e con cotanto vigore ha richesto di battaglia i nimici? Ed ella disse: Quella è la Fede Cristiana, la cui fedaltà tu hai giurata; e però è venuta disarmata a la battaglia, per- ché tanto ha posto la speranza ne la potenzia di Dio, che d arme e di vestimenta e di neuna cosa mondana non si cura; e per quella speranza si crede fermamente vincere i nimici e trarre a capo tutti i suoi intendimenti. Letteratura italiana Einaudi 58 Bono Giamboni - Libro de vizî e delle virtudi E quando ebbe cosí detto dissi: Maestra de le Virtu- di, chi è quel signore ch è cosí disformato e grande e ter- ribile a vedere, ch è venuto con cotanta gente a combat- tere co la Fede Cristiana? Ed ella disse: Quella è la Fede de li antichi che si chiamano Gentili, e appellasi Idolatria. E però è cosí grande, perché si distese questo errore per tutto l mondo, e credettero tutte le genti questa Fede. E però è cosí sformata e sconcia, ch è sozza cosa e rea a credere che nell idole dell oro o dell ariento o di marmo potesse avere deità. E però è cosí terribile a vedere, perché nell idole che adoravano li antichi si na- scondiano i demonî, e facíansi alle genti adorare; e dac- ché li aviano adorati, erano poscia in lor podestà e te- nealli in grandissima paura. E perciò sono le sue armi nere, perché sempre porta la nsegna nera de demonî. E quando ebbe cosí detto, vedemmo che tra queste due Fedi si cominciò una battaglia molto pericolosa e grande e di mortalità di molta gente; e durò grandissimo tempo. E fuoro morti, da la parte della Fede Cristiana, in quella battaglia, tutti li apostoli, se non si fu santo Gio- vanni, il qual campò di molti pericoli; e tutt i martori, maschi e femine, laonde si fa menzione nella Chiesa di Dio, e molti altri sanza numero, laonde non è fatta men- zione; e i Confessori vi duraro gran fatica, i quali erano venuti in aiuto della Fede Cristiana. Ma al dassezzo vinse la Fede Cristiana per molti miracoli che fece Dio per lei in presenzia delle genti; e cacciò e spense la Fede dell idoli di tutto l mondo, sí che poscia non rappariro. CAPITOLO XLI Della battaglia tra la Fede Cristiana e la Giudea. Letteratura italiana Einaudi 59 Bono Giamboni - Libro de vizî e delle virtudi Cacciata e spenta la Fede dell idoli del mondo, come di sopra avete inteso, crebbe l oste della Fede Cristiana ismisuratamente per molte genti ch a quel tempo si con- vertirono a la Fede. Però con tutto suo sforzo tornò nel campo là ove le battaglie si facieno, a combattere con molte altre Fedi e Resie ch ella sapea che i demonî avea- no seminate e sparte nel mondo per metter le genti in er- rore, acciò che non sapessero conoscere qual fosse la ve- race Fede di Dio, né che credessero dirittamente. E stando nel campo, venne contra lei un cavaliere molto vecchio con una gran barba canuta, e con tanto bella forma, quanto più fue possibile a la Natura di fare; ar- mato di tutte armi bianche, in su n un grandissimo de- striere; e avea seco molta gente. E quando vidi questo dissi: Dimmi, maestra delle Virtudi, chi è quel barone che viene a combattere co la Fede nostra, ch è cosí vecchio e canuto e di cosí bellissi- ma forma, e l armi sue son cosí bianche, avegna che un poco siano offuscate e nere? Ed ella disse: Quella s apella la Fede Giudea; e però è cosí vecchia e canuta, perch è antichissima fede; e però è cosí bella e sono le sue armi bianche, perché fue legge data da Dio. Ma per- ché Cristo, quando venne nel mondo, in molte cose la mutoe, secondo che la nostra legge dice, il colore delle sue armi, ch era candidissimo in prima, si offuscoe un poco, e cominciò a imbrunire e a cambiare, e sono soz- zissime armi divenute. E dicendo queste parole, vedemmo che la Fede Giu- dea tolse cinquanta cavalieri savi e scalteriti di guerra, e mandògli a provedere l oste della Fede Cristiana. E quando furo in luogo che pottero vedere, la guardaro e consideraro assai; e quando l ebbero veduta e ben gua- tata, sí si maravigliaro molto come cosí era cresciuta; e tornârsi nel campo a dire le novelle. E quando fuor di- nanzi alla Fede Giudea, sí dissero: Donna e Fede no- stra, tu hai fatta mala venuta, e se morta con tutta tua Letteratura italiana Einaudi 60 Bono Giamboni - Libro de vizî e delle virtudi gente, se non t aiuti dinanzi: però che l oste della Fede Cristiana non è sí poca come suole, ma per la vittoria c ha avuta sopra la Fede dell idoli è sí multiplicata e cre- sciuta che son più che non sogliono ben mille cotanti, e vienne più che cento per uno de la tua gente. Però piglia consiglio co li tuo savi, e vedi quello che far ti conviene, anzi che co·llei vegni alle mani, perché non avresti alcu- na difensa. Quando la Fede Giudea udí cosí rie novelle, fue nell animo suo molto dolente; ma argomentossi dinanzi per non perire al postutto, e raunò il consiglio de suo savi, e propuose innanzi loro queste novelle, e ado- mandò consiglio di quello ch avesse a fare. Al dassezzo fue consigliata che facesse una ricca ambasceria di savi uomini, e uno sindaco co·lloro andasse a giurare le co- mandadmenta della Fede Cristiana; e se solo la vita vuol perdonare a Giuderi, e che possano usare lor leg- ge, e le persone e l avere loro mettan tutto in sua pode- stade. Il qual consiglio la Fede Giudea cosí mandò a compimento. E dacché i suo ambasciadori ebbero saviamente e be- ne proposta e detta la loro ambasceria, la Fede Cristia- na, ricordandosi com era nata della Fede Giudea; e ri- cordandosi di molti benefici ch avea già ricevuto da li suoi patriarchi e profeti, e riceveva ogni die de le loro santissime parole; e considerando il detto delli amba- sciadori, come i Giuderi diliberamente veniano alla mer- cede, si mosse a misericordia, e ricevette il saramento della loro fedaltà, e perdonò loro la vita. E cotali patti tra loro stabiliro e fermaro, che stando i Giuderi tra Cristiani potesser sicuramente la loro fede usare, acciò che mai sempre fosser servi, e le persone loro e l avere fosse tutto in sua podestà. Letteratura italiana Einaudi 61 Bono Giamboni - Libro de vizî e delle virtudi CAPITOLO XLII Della battaglia tra la Fede Cristiana e le sei Risie. Fatte le comandamenta la Fede Giudea, e la Fe dell idoli morta e spenta, cominciò la Fede Cristiana a [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ] |